Come educare i bambini alla musica? Tra i tanti metodi che vengono proposti, io ho scelto l’ascolto.
La musica ha sempre fatto parte della mia vita.
Da bambina studiavo pianoforte, poi quando sono diventata grande ho iniziato ad ascoltare quella che io ho sempre chiamato “la buona musica” dei Pink Floyd.
Più in là mi sono avvicinata allo studio del canto, iniziando a conoscere da vicino le melodie italiane anni 60-70.
Insomma, ho avuto la fortuna di avere avuto una buona infarinatura di molti aspetti dell’educazione musicale e così da quando sono diventata mamma uno dei miei interessi è stato trovare il giusto metodo per introdurre la musica nella vita dei miei figli.
Se vi interessa leggere anche qualche altro testo sull’argomento vi consiglio Il mio primo libro di musica edito da Curci, che ho “divorato” insieme al mio primo figlio.
Il mio bambino più piccolo di quasi due anni, sembra molto portato per la musica: canta, ripete melodie che sente cantare alla radio e balla.
Mi sono quindi ancora una volta guardata in giro per cercare altri testi e oggi sono qui a consigliarvi “Musichiamo” di Fulvia Rizonico e Marcella Oddi, edito da Edizioni Lapis, che ci presenta un benfatto percorso di educazione musicale per bambini dai 2 ai 6 anni.
Due autrici che grazie all’esperienza sul campo hanno messo a punto un percorso divertente per bambini e molto interessante anche per chi non è molto pratico sia nell’insegnamento che nella cultura musicale.
Un testo per gli educatori, ma il CD è per tutti
Un testo rivolto a noi adulti quindi, mamme o insegnanti della scuola dell’infanzia che per mezzo del CD allegato e una dettagliata spiegazione di ogni singola traccia, ci illustra i migliori meccanismi per realizzare un progetto di musica con i nostri bimbi.
I brani proposti e le sezioni del libro volgono a stimolare all’ascolto sia variando il ritmo, che il tono e associando la musica al movimento.
In questo modo viene piuttosto naturale ai bambini camminare lentamente come un elefante quando si ascolta una musica lenta e grave oppure correre come un topolino quando il ritmo è pizzicato.
Aggiungere inoltre il coordinamento motorio all’ascolto della musica, non solo aiuta nella comprensione di questo nuovo registro, ma consente loro di sviluppare solide abilità espressive.
Come insegnare la musica senza uno strumento?
Un altro punto a favore di questo libro è che non necessita di strumenti a corredo, un semplice tamburello può essere sufficiente. Nel mio caso l’ho realizzato con un mestolo di legno e un piccolo tagliere di cucina.
All’inizio e alla fine del testo, ci sono inoltre due utilissimi capitoli. Il primo è relativo ad un confronto tra le varie teorie di riferimento per un percorso di educazione musicale (0-6 anni). Troviamo quindi le teorie di Emile Jacques-Dalcroze, Maria Montessori e Edwin E. Gordon.
Nell’appendice del libro invece, c’è una parte dedicata alle varie fasi di sviluppo e crescita delle competenze musicali nei bambini. Se siamo interessati a “parlare di musica” con i nostri bimbi, dobbiamo anche essere pronti e consapevoli di quali sono i passi che in base all’età saranno in grado di compiere.
È un manuale completo nei contenuti, e il CD allegato fornisce un valore aggiunto di non poco conto. Il tutto ad un prezzo veramente interessante.
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Anche io credo che l’ascolto nei primi anni di vita sia forndamentale. Non conoscevo questo libro, me lo segno! Grazie del consiglio!
È un testo di semplice utilizzo, che può essere sfruttato anche per un progetto “casalingo”.
Grazie a te di essere passata a trovarmi 🙂
Da educatrice, ho trovato questo tuo articolo veramente di ispirazione!
Penso proprio di girarlo alle mie colleghe e a tutte le mamme che spesso ci chiedono consigli su questa tematica!
Grazie!!
Ylenia (:
Grazie mille Ylenia.
Posso dirti che per chi non ha esperienza di gestione di gruppi di bambini, questo libro è indicato. Quindi a maggior ragione lo saranno le tue colleghe 🙂
Ogni brano ha proprio una indicazione di come proporlo: far stare i bambini in cerchio, con il cuscino, con il tamburello.
E tra l’altro è di diretto utilizzo.
Io ad esempio ho improvvisato una “music session” con i miei bimbi, uno attaccato alla gamba, e l’altro che piangeva perché voleva stare in braccio e tutto sommato si sono divertiti!
Ovviamente, se uno ha la possibilità di programmare un po’ il tutto, è molto meglio.
Grazie ancora per essere passata e torna presto! 🙂
Io sono qui 😉